Il momento peggiore della storia leghista, senza dubbio alcuno. Bossi si dimette e, con una enfasi quasi eccessiva, dichiara di anteporre il partito alla famiglia. E, con un tardivo mea culpa, ammette: “l’errore è mio, i figli in politica“.
Ora il triunvirato Calderoli-Maroni-Dal Lago. Ma l’ex ministro degli Interni del governo Berlusconi spera di surclassare tutti al prossimo congresso federale che deciderà il successore del Senatur. Il Giornale di oggi dà Maroni come “vincitore dimezzato”: forse la migliore descrizione di una figura ben vista soprattutto fuori dal partito. Roberto Maroni, infatti, era ed è quello che “l’aveva detto”. Ma ieri sera un primo segno palese di contestazione, appena fuori dalla sede di via Bellerio a Milano dove poco prima Bossi aveva dato le dimissioni. Alcuni sostenitori gli hanno dato del Giuda traditore. Se sono uno sparuto gruppo di nostalgici o, viceversa, una nutrita quota dei sostenitori lo si capirà solo con il passare del tempo e con il congresso previsto in autunno.
L’occhialuto leghista potrebbe essersi esposto troppo e l’odio interno potrebbe giocargli un brutto scherzo.
Buon divertimento!
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